Autore: Fatture in Cloud
Per lo svolgimento delle tue attività quotidiane, oppure per realizzare un progetto particolare, potresti avere la necessità di ricorrere al lavoro di un’altra persona.
In questo caso, le strade che puoi intraprendere sono due:
Analizziamo entrambe le possibilità, esaminando per ognuna le peculiarità, le implicazioni normative e legali e altri aspetti da tenere in considerazione.
Indice
In qualsiasi Impresa, alla base dell’accordo tra datore di lavoro e lavoratore c’è sempre un “contratto di lavoro”, che potremmo definire come un accordo scritto e perfezionato sulla base di un Contratto Collettivo Nazionale di riferimento e integrato, dove possibile, da successivi accordi a livello aziendale.
I contratti di lavoro di cui stiamo parlando si possono dividere, in linea di massima, in due “macrocategorie”:
Nel caso di “lavoro subordinato”, il lavoratore assume la definizione anche di “prestatore di lavoro subordinato” o, più comunemente, lavoratore dipendente. Se il dipendente svolge le attività sotto la direzione di un’altra persona (definito “datore di lavoro”), riceve una retribuzione, di solito a cadenza mensile, che gli viene erogata tramite un “cedolino” o, più comunemente, “busta paga”.
Alcune tra le più diffuse tipologie di contratti del lavoro subordinato sono:
Conoscere la differenza tra queste forme contrattuali ti permetterà di gestire al meglio il rapporto con il lavoratore dipendente.
Come inquadrare eventuali collaboratori del nostro progetto di business?
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Questa tipologia di rapporto di lavoro non ha una scadenza temporale. Tant’è che può essere interrotto solo se e quando si verificano eventi “straordinari”, come, ad esempio, il pensionamento del dipendente, per dimissioni volontarie del lavoratore o a causa del licenziamento da parte del datore di lavoro.
Quello a tempo indeterminato può essere considerato il contratto più vantaggioso per il lavoratore, in quanto offre maggiori tutele, garanzie, sicurezza e stabilità nel corso del tempo.
A differenza del contratto di lavoro a tempo indeterminato, quello a tempo determinato è caratterizzato da una specifica data di scadenza predeterminata del rapporto di lavoro.
Seppure più “flessibile” rispetto a quello a tempo indeterminato, l'uso del contratto a tempo determinato presenta alcune limitazioni:
L’apprendistato è un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato che si rivolge prevalentemente ai giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, con lo scopo di garantire loro la formazione per il mercato del lavoro in cui vorranno inserirsi.
Questo contratto di lavoro non deve essere confuso con il tirocinio. Il tirocinio infatti consiste in un periodo di orientamento e di formazione svolto in un contesto e/o lavorativo che può assumere due “forme” diverse di realizzazione:
Il tirocinio non si configura come rapporto di lavoro, mentre l’apprendistato, è una vera e propria forma di contratto di lavoro subordinato con specifiche previsioni normative.
Infine, puoi prendere in considerazione il contratto a chiamata (noto anche come “contratto di lavoro discontinuo” o “intermittente”).
È caratterizzato dalla discontinuità della prestazione. Pertanto, in questo caso, il lavoratore può essere chiamato a lavorare in giorni od orari diversi, in modo non continuativo, secondo le esigenze del datore di lavoro, individuate tenendo sempre come riferimento i Contratti Collettivi di appartenenza dell’azienda.
Per conoscere ulteriori tipologie di contratto di lavoro e scegliere la forma contrattuale che meglio risponde alle esigenze della tua azienda e della figura che stai cercando, ti consigliamo di rivolgerti al tuo Consulente del Lavoro di fiducia.
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Il costo complessivo di un lavoratore dipendente non è determinato solamente dalla retribuzione corrisposta su base mensile, ma anche da una serie di altri elementi, tra cui, possiamo ricordare:
Per ulteriori informazioni, ti rinviamo all’articolo del blog di Dipendenti in Cloud dedicato al costo del personale.
La collaborazione con un autonomo dotato Partita Iva può assumere la forma di prestazione d’opera quando il lavoratore, dietro corrispettivo, si impegna a compiere un’opera o un servizio tramite il suo lavoro senza essere subordinato a te, in quanto committente. L’attività di cui stiamo parlando trova il proprio fondamento giuridico nel contratto d’opera, definito dall’art. 2222 del Codice Civile.
Le principali caratteristiche di un questa tipologia di contratto sono le seguenti:
Anche se non è obbligatoria la forma scritta, ti consigliamo di sottoscrivere per iscritto un contratto di prestazione d’opera, che specifichi – come detto – sia la natura della prestazione, sia il compenso del collaboratore.
Per quanto riguarda i costi del contratto di collaborazione con partita IVA, sono perlopiù riconducibili al compenso pattuito in sede contrattuale con il collaboratore esterno, oltre ad eventuali oneri previdenziali ed assistenziali previsti per legge.
Il mondo del lavoro è sicuramente cambiato negli ultimi anni, anche grazie allo sviluppo e alla diffusione dello smart working e della tecnologia.
Dal punto di vista fiscale, per le aziende italiane è alcune volte più efficiente affidarsi a collaboratori con partita IVA, piuttosto che assumere del personale dipendente, a causa della pressione fiscale e previdenziale correlata al lavoro subordinato.
Sempre più aziende, nel momento in cui si stanno adoperando per cercare personale qualificato, preferiscono spesso stabilire collaborazioni con liberi professionisti dotati di Partita Iva, anziché assumere nuovi dipendenti.
D'altra parte, però, può risultare più vantaggioso assumere dipendenti dipendenti (anziché ricorrere a professionisti esterni), per sviluppare competenze interne, considerate come risorse preziose sempre a disposizione dell’imprenditore.
Inoltre, in determinate situazioni e secondo leggi vigenti tempo per tempo, se si ricorre al lavoro subordinato, si possono beneficiare di alcuni sgravi contributivi e vantaggi fiscali da non sottovalutare.
Infine, non bisogna sottovalutare nemmeno l’ipotesi che le tariffe orarie di un autonomo possano essere di gran lunga superiori rispetto al compenso orario di un lavoratore subordinato.
Una soluzione intermedia può essere avere un piccolo team interno di dipendenti, a cui affidare le attività continuative e di primaria importanza, e ricorrere a collaboratori esterni per attività secondarie e/o progetti specifici.
Dipendente o partita IVA? La decisione se sia meglio assumere un lavoratore dipendente o avvalersi dell'aiuto di un collaboratore esterno con partita IVA deve essere analizzata attentamente per capire quale delle due soluzioni è più conveniente per la tua attività. Per questo motivo, ti suggeriamo di rivolgerti a un Consulente di fiducia.
Siamo alla fine di questa guida sull’apertura di una Partita Iva. Ripercorriamo il percorso che abbiamo affrontato insieme:
Ora hai le informazioni essenziali per affrontare con più serenità l’apertura della Partita IVA e la gestione della tua attività.