Capitolo n° 8

Aprire Partita Iva: come si fa e quanto costa?

L’apertura di una Partita Iva richiede di seguire una procedura ben precisa e può comportare delle spese. Vediamo quali documenti servono, quanto tempo richiede e quanto costa aprire Partita Iva.

Autore: Fatture in Cloud

 

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Ci siamo, è arrivato il momento tanto atteso: quello di aprire la tua nuova Partita IVA.
La procedura di per sé è abbastanza semplice e il costo pari a zero. Infatti, per la richiesta di apertura della Partita Iva è sufficiente compilare uno dei modelli messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate e inviarlo all’Agenzia stessa.

Tuttavia, tale procedura può complicarsi e i costi aumentare, perché:

  • prima di aprire Partita Iva bisogna compiere delle scelte a monte e i moduli possono risultare difficili da compilare. Può quindi diventare necessario chiedere supporto a una figura esperta, quale il Commercialista o un CAF.
  • Per determinate professioni è obbligatoria l’iscrizione ad albo o alla Camera di Commercio, dovendo sostenere delle spese.

In questo capitolo ti mostreremo il percorso che porta all’apertura della Partita Iva e aiutandoti ad affrontarlo al meglio.


 

Cosa fare prima di aprire Partita Iva

1. Requisiti

Se vuoi aprire la partita IVA in Italia, devi assicurarti di rispettare i seguenti requisiti:

  • avere almeno 18 anni,
  • possedere requisiti psichici, ossia la capacità di intendere e di volere,
  • risiedere sul suolo italiano,
  • soddisfare i requisiti specifici richiesti dalla specifica professione o settore in cui vuoi avviare la tua attività.

Puoi approfondire i requisiti nel capitolo “requisiti per aprire partita IVA”.

2. Forma giuridica

Prima di aprire la partita IVA, devi scegliere la forma giuridica della tua attività.
La decisione deve essere presa in modo ponderato, poiché ci sono diversi fattori da considerare, ossia:

  • dimensioni dell’azienda,
  • giro d’affari,
  • settore di attività,
  • responsabilità giuridica degli eventuali soci,
  • capitale iniziale.

Una volta quantificato e valutato quanto detto sopra, potrai scegliere tra:

  • ditta individuale: impresa familiare o impresa coniugale,
  • società di persone: Società in Accomandita Semplice, Società Semplice (la quale tuttavia può avere ad oggetto esclusivamente l'esercizio di un'attività economica non commerciale), Società in Nome Collettivo,
  • società di capitali (Società a responsabilità limitata, Società per Azioni, Società in accomandita per azioni),
  • cooperative.

Trovi spiegate queste forme giuridiche, con le loro caratteristiche, i pro e i contro nel capitolo “Forma giuridica​: cos’è e quale scegliere”.

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3. Regime contabile e fiscale

Un’altra scelta da compiere prima dell’apertura della Partita Iva è quella del regime contabile e fiscale.
In Italia attualmente sono in vigore tre regimi:

  • regime forfettario: è l’unico agevolato, con una tassazione ridotta al 15% e una serie di semplificazioni che lo rendono conveniente, soprattutto per le attività più piccole;
  • regime semplificato: che offre diverse semplificazioni, tra cui l’esonero dalla redazione del bilancio e di una serie di scritture contabili;
  • regime ordinario: con cui dovrai adempiere a vari obblighi e adempimenti, tra cui la compilazione del bilancio annuale, di registri e di libri contabili.

Trovi una descrizione più approfondita degli ultimi due regimi fiscali nel capitolo “Regime ordinario e regime semplificato: dettagli e differenze”.

Per decidere se aprire partita IVA in regime forfettario, semplificato oppure ordinario, ci sono alcuni fattori da tenere in considerazione, tra cui:

  • il reddito d’impresa che prevedi di raggiungere, poiché va a incidere direttamente sui requisiti di ogni regime fiscale;
  • i costi da sostenere: in linea di massima, più aumentano le tue spese più diventa conveniente il regime ordinario rispetto a quello forfettario.

 


Quanto costa e cosa serve per aprire Partita Iva?
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4. Codice ATECO

Tra le tante decisioni da prendere, una riguarda il codice ATECO per la Partita Iva. Si tratta di un codice alfanumerico usato per classificare le attività economiche in Italia e adottato dall’ISTAT per rilevare le statistiche nazionali in ambito economico.

Puoi trovare il codice ATECO relativo alla tua attività economica sul sito ufficiale dell’ISTAT. Qui, una volta inserite le parole chiave inerenti alla tua attività, puoi identificare quale codice (uno o più di uno) descrive meglio ciò che desideri fare.

Questo codice è essenziale per aprire una qualsiasi attività economica, poiché la classifica dal punto di vista fiscale e ha molta rilevanza quando bisogna calcolare i contributi.

Il codice ATECO è fondamentale anche:

  • ai fini dei bonus statali e delle agevolazioni fiscali;
  • per la sicurezza sul lavoro, poiché a ogni codice viene attribuita una determinata fascia di rischio da cui poi definire le misure di prevenzione, protezione e sicurezza dei lavoratori, ma anche l’adeguata formazione sulla sicurezza e sulla salute sui posti di lavoro;
  • per il calcolo del reddito imponibile e, di conseguenza, della tassazione in regime forfettario: infatti, in base al codice ATECO che sceglierai, avrai un coefficiente di redditività ben definito e da applicare ai ricavi.

Se sbagli la scelta del codice ATECO, la tua attività non solo può venire inquadrata in modo erroneo in ambito fiscale e contributivo, ma anche essere resa incompatibile con l’iscrizione obbligatoria a un ordine per poter esercitare professionalmente il tuo lavoro. Per questo motivo, ti consigliamo di chiedere riscontro a un Commercialista.


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La procedura di apertura della Partita Iva

Ora che abbiamo visto le valutazioni da fare e le scelte da compiere prima di aprire Partita Iva, passiamo alla procedura vera e propria per completare questa operazione.

I documenti per aprire Partita Iva

La richiesta di apertura della partita IVA è corredata da diversi documenti, che vanno in base al tipo di richiesta.

Innanzitutto, dovrai compilare il modello, scegliendo tra:

  • modello AA9/12 per le persone fisiche,
  • modello AA7/10 per soggetti diversi da persone fisiche.

I modelli sono reperibili gratuitamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate o in una delle sue sedi fisiche. Una volta compilato il modello, dovrai consegnarlo all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla data di inizio attività.

Se hai l’obbligo di iscriverti al Registro delle imprese (perché rientri in queste condizioni) o al REA (ad esempio, per aprire un negozio), dovrai presentare invece la Comunicazione Unica (modello ComUnica), un documento che ti permette di adempiere a quattro doveri amministrativi:

  • iscrizione al Registro delle Imprese,
  • richiesta dell’apertura della partita IVA,
  • presentazione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al competente ufficio SUAP (Sportello Unico delle Attività Produttive) per le attività che sono soggette a questo adempimento (come un sito di e-commerce),
  • iscrizione all’INPS e all’INAIL, se richiesto.

Dove aprire Partita Iva

Puoi decidere di compilare e inoltrare la richiesta di apertura della Partita Iva:

  • online: registrandoti a Fisconline per l’invio telematico del modulo;
  • tramite CAF, che ti può supportare nello svolgere le pratiche;
  • con il Commercialista, che ti guida non solo nella procedura, ma in generale a compiere le scelte migliori per avviare e gestire la tua Partita Iva.

Le tempistiche di apertura

Il rilascio della Partita IVA avviene di solito in tempi brevi, anche nel giro di qualche ora. L’iscrizione in Camera di Commercio può richiedere tempi più lunghi.

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I costi di apertura di una Partita Iva

Quanto costa aprire Partita IVA? Non esistono risposte univoche, ma bisogno considerare vari aspetti.

Sono diversi i fattori che possono incidere sul calcolo, dalla forma giuridica fino alle scelte che riguardano il regime fiscale da applicare.

Partiamo quindi da alcuni punti fermi, per analizzare quelli che sono i costi fissi da sostenere, per poi soffermarci sulle variabili previste per ciascuna tipologia di attività.

1. Le spese iniziali

Il primo passaggio formale per aprire una partita IVA è gratuito.
L’invio del modello AA9/12 o AA7/10 all’Agenzia delle Entrate per l’attribuzione del numero di Partita IVA (la sequenza di 11 numeri che identifica la propria attività) infatti non prevede alcun pagamento.

Se scegli di effettuare in autonomia questo adempimento preliminare e fondamentale per poter esercitare la tua attività imprenditoriale o professionale non dovrai quindi pagare nulla.

Ovviamente il discorso cambia se scegli di aprire Partita IVA con l’aiuto di un commercialista, o di un CAF: in questo caso dovrai valutare le spese per l’attività di consulenza fornita, così come il costo specifico per gli adempimenti di apertura.

La spesa da affrontare può variare in base alle pratiche da svolgere e, orientativamente, può variare da un minimo di 100 euro fino a 500 euro.

2. I costi della forma giuridica

Aprire una partita IVA non si conclude con il semplice invio di un modello all’Agenzia delle Entrate, ma porta alla necessità di effettuare ulteriori pratiche in base alla forma giuridica della propria attività.

Dal punto di vista pratico, se intendi aprire Partita Iva come lavoratore autonomo, non dovrai sostenere particolari spese iniziali.

Dovrai tenere in conto alcune spese minime, come quelle per l’apertura della PEC e, come detto prima, per l’eventuale attività consulenziale richiesta a commercialisti o CAF.

Valutazioni specifiche vanno fatte per i liberi professionisti iscritti ad appositi Albi di categoria. L’iscrizione comporta la necessità di sostenere dei costi aggiuntivi, che variano in base all’Ordine di appartenenza, primo tra tutti il versamento della tassa annuale di iscrizione.

Diverso è il discorso per l’apertura della partita IVA come ditta individuale. In questo caso, oltre alla gestione della pratica di apertura da inviare all’Agenzia delle Entrate, dovrai sostenere i costi legati all’iscrizione alla Camera di Commercio e, in particolare:

  • diritti di segreteria: 18,00 euro,
  • imposta di bollo: 17.50 euro,
  • diritto annuale: da 53,00 a 120,00 euro.

Le considerazioni sulle spese da sostenere per l’avvio di un’attività si fanno più complesse per le società.

Per la costituzione di una SRL dovrai tenere in conto le seguenti spese:

  • capitale sociale iniziale: è pari a un minimo di 10.000 euro per le SRL ordinarie, e va da 1 euro a 9.999,00 per le SRL a capitale minimo e per le SRL semplificate;
  • oneri notarili, pari in media a 1.500-2.000 euro (non sono dovuti per le SRL semplificate).

A queste spese si aggiungono poi le imposte per l’iscrizione al registro delle imprese, le imposte di bollo e di registro per l’atto costitutivo, così come la tassa di concessione governativa per la vidimazione dei libri sociali, pari a 309,87 euro e da pagare prima della costituzione.

Come abbiamo visto, la scelta che farai sulla struttura della tua attività sarà determinante anche per stabilire i costi iniziali da sostenere.

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3. I costi dei contributi previdenziali

Anche in questo caso le spese da mettere in conto cambiano in base all’attività esercitata e alla forma giuridica prescelta.

Se vuoi aprire partita IVA come libero professionista e sei iscritto ad un Albo di categoria, dovrai iscriverti alla tua cassa previdenziale di riferimento e versare i contributi richiesti, che variano in base alle diverse categorie.

Se sei un professionista non iscritto ad un ordine professionale, dovrai invece seguire le regole previste dalla Gestione separata INPS e pagare un contributo proporzionale ai tuoi guadagni, con aliquota del 26,07 per cento.

Se, invece, sei un artigiano o commerciante, dovrai iscriverti alla specifica Gestione INPS e versare una quota di contributi fissi pari a 4.500 euro circa, più i contributi variabili in caso di redditi superiori a 18.415 euro. L’aliquota sui contributi variabili è pari al 24 per cento per gli artigiani e al 24,48 per cento per i commercianti.

4. Costi per le partite IVA forfettarie o ordinarie

Non dimenticare di valutare anche le spese più prettamente legate agli aspetti fiscali di gestione della tua partita IVA.

Come abbiamo già visto, prima di aprire Partita IVA potrai decidere se aderire al regime forfettario o ordinario.

Il risparmio previsto per chi applica il regime forfettario non riguarda soltanto la tassazione agevolata al 15%, che si riduce al 5% per i primi anni di attività, ma anche la riduzione dei contributi INPS del 35% per gli artigiani e i commercianti e dei costi di gestione dell’attività.

Sono infatti previste diverse semplificazioni sul fronte degli adempimenti IVA, che contribuiscono a ridurre i costi di gestione della propria partita IVA.

Nel caso in cui tu non abbia la possibilità di aderire al regime forfettario sarai soggetto al pagamento delle imposte e dei costi ordinari.

Nel dettaglio, il costo per aprire ma, soprattutto, mantenere una partita IVA in regime ordinario si traduce in:

  • costo per Camera di Commercio - diritto camerale (sono esenti i contribuenti che svolgono attività professionali e tecniche che non obbligano all’iscrizione al registro delle imprese);
  • tassazione per aliquote e scaglioni IRPEF (dal 23 per cento al 43 per cento; vedremo nel dettaglio di cosa si tratta nel capitolo sulle tassazione delle Partite IVA);
  • costi gestione separata INPS o cassa professionale;
  • IVA, l’imposta sul valore aggiunto calcolata sull’imponibile di ogni fattura.

5. Altri costi: spese per affitto, materiali e dipendenti

Non dimenticare di considerare altre spese, fisse e variabili, che incidono sul conto da fare.

Anche in questo caso le valutazioni partono dall’attività svolta e dalla tipologia di organizzazione, ma in ogni caso bisognerà tener conto delle spese per l’affitto dei locali (ufficio, negozio e magazzino), ma anche di quelle necessarie per l’acquisto di materiali e forniture.

Hanno un peso rilevante anche le spese per la gestione di dipendenti e collaboratori, dalla retribuzione fino ai contributi e alle imposte da versare per il proprio personale.

Il consiglio è quindi di valutare accuratamente tutte le voci che potrebbero incidere non solo sull’apertura, ma anche sul mantenere la tua Partita IVA, nella successiva gestione.

Dopo aver presentato i documenti e atteso i tempi tecnici necessari, la tua Partita Iva è finalmente aperta. Attenzione, però, gli adempimenti non sono finiti qui: ce ne sono alcuni che potrebbero esserti richiesti in un secondo momento. Approfondiremo l’argomento nel capitolo 10, dedicato agli adempimenti dopo l’apertura della Partita Iva. Prima però rispondiamo a una domanda che molti aspiranti imprenditori e imprenditrici si pongono: perché rivolgersi a un Commercialista per aprire partita IVA?


Domande frequenti sull'apertura della Partita Iva

  1. Come si fa ad aprire Partita Iva?
    È necessario compilare e inoltrare all’Agenzia delle Entrate il modello di richiesta di apertura della Partita Iva (Modello AA9/12, AA7/10), oppure presentare il modello ComUnica, in caso di obbligo di iscrizione al Registro delle Imprese.

  2. Quali documenti servono per aprire Partita Iva?
    Occorrono carta d’identità, codice fiscale e uno tra i modelli AA9/12, AA7/10 o ComUnica.

  3. Quanto tempo serve per aprire Partita Iva?
    Il rilascio della Partita Iva avviene di solito in tempi brevi, anche in poche ore. L’iscrizione in Camera di Commercio invece può richiedere alcuni giorni.

  4. Dove andare ad aprire Partita Iva?
    Puoi aprirla online, oppure rivolgerti a un CAF o a un Commercialista per ricevere supporto.

  5. Quanto costa aprire Partita Iva?
    La presentazione del modello di richiesta di apertura è gratuito. Tra i costi da considerare in fase di apertura, vi sono: iscrizione all’albo professionale di appartenenza, iscrizione al Registro delle Imprese, compenso per il Commercialista e prezzo del servizio CAF.