Autore: Fatture in Cloud
La ritenuta d’acconto non è altro che un anticipo sulle tasse che il cliente versa al posto tuo. Il cliente ha infatti il ruolo di “sostituto d’imposta”, ovvero si sostituisce a te nel pagamento dell’IRPEF: trattiene una percentuale sul compenso che ti deve e versa l’importo allo Stato per tuo conto. Quando per te sarà il momento di pagare le tasse, dovrai sottrarre le somme già versate dai tuoi clienti. Occhio però, anche tu devi fare la tua parte: perché questo meccanismo funzioni devi calcolare e inserire la ritenuta d’acconto in ogni fattura. Non agitarti, stiamo per spiegarti come fare! Prima però, una precisazione: solo i clienti con partita IVA possono (e devono) essere sostituti d’imposta. Se, quindi, hai venduto beni o servizi a un privato senza partita IVA, non dovrai inserire la ritenuta d’acconto nella fattura.
E ora, via ai calcoli! La ritenuta d’acconto è semplicemente una percentuale del 20% per i professionisti residenti in Italia, del 30% per i non residenti. L’importo sul quale va applicata questa percentuale cambia in base al tipo di professionista che emette fattura: con o senza cassa previdenziale (se vuoi rinfrescarti la memoria sull’argomento puoi dare un’occhiata al capitolo di questa guida dedicato proprio ai professionisti con cassa previdenziale). Ecco le differenze.
Se sei un freelance senza cassa previdenziale, la ritenuta si calcola su compenso + rivalsa INPS (più eventuali rimborsi spese). L’IVA non incide sul conteggio.
La “Rivalsa INPS” è una maggiorazione (facoltativa) del 4% sul compenso lordo che puoi addebitare ai tuoi clienti. Per un compenso di 2.000 euro, ad esempio, puoi aggiungere in fattura 80 euro come rivalsa INPS. Questa somma va assoggettata ad IVA e rileva per il calcolo della ritenuta d’acconto perché è imponibile ai fini IRPEF. Ricapitoliamo con un esempio pratico di quello che dovrai inserire in fattura se sei un professionista senza cassa residente in Italia:
Il Totale fattura è la somma di questi tre importi: 2.537,60 euro.
A questo punto, per conoscere l’importo che effettivamente il cliente deve versarti sul conto corrente (cioè il netto) devi calcolare la ritenuta d’acconto e sottrarla dal totale:
Il Netto dovuto ammonta quindi a 2.121,60 euro: il Totale fattura (2.537,60 euro) meno la ritenuta d’acconto (416,00 euro).
Il calcolo della ritenuta d’acconto per i professionisti con una cassa professionale si effettua sul solo compenso concordato con il cliente.
Per questa categoria parte dei contributi sono addebitati in fattura al cliente (si parla di “contributo integrativo”) e la percentuale di rivalsa non è sempre del 4%, ma varia a seconda della cassa di appartenenza. Dal punto di vista fiscale questo contributo integrativo va assoggettato ad IVA ma, non avendo la natura di corrispettivo, non è imponibile ai fini IRPEF e quindi non incide sulla ritenuta d’acconto. Torniamo al nostro esempio, ponendo che, anche in questo caso, la rivalsa sia del 4%:
Anche in questo caso il Totale fattura è la somma dei tre importi: 2.537,60 euro. Fin qui, quindi nulla è cambiato rispetto ai professionisti senza cassa. La differenza compare nel calcolo della ritenuta d’acconto:
Il Netto dovuto ammonta quindi a 2.137,60 euro: il Totale fattura (2.537,60 euro) meno la ritenuta d’acconto (400,00 euro).
Et voilà. Ecco pronta la fattura completa di ritenuta d’acconto da inviare al cliente per ottenere il tuo compenso. A questo punto non ti resta che registrare gli importi ricevuti secondo il criterio contabile richiesto ai liberi professionisti. Non sai di cosa si tratta? Tranquillo, ci pensiamo noi. Nel prossimo capitolo ti parliamo dei due principi contabili previsti dalla legge: il principio di competenza e quello di cassa.